Cambiamenti demografici e scelte di voto, una panoramica dell’elettorato statunitense

InsideUSA2020
3 min readOct 27, 2020

di Chiara Micalizzi

Da circa vent’anni è in corso un graduale ma costante mutamento della composizione etnica dell’elettorato statunitense, con un aumento della componente ispanica e una contestuale diminuzione del numero di cittadini bianchi iscritti nei registri elettorali. Questi cambiamenti risultano particolarmente notevoli in swing States come la Florida e l’Arizona e potrebbero avere un impatto significativo sui risultati elettorali.

I cambiamenti demografici stanno gradualmente rimodellando l’elettorato statunitense, con possibili impatti sulla geografia del voto. Tra il 2000 e il 2020 si è registrato un costante aumento della popolazione ispano-americana, soprattutto negli Stati Uniti Sud occidentali, primi tra tutti il Nevada e la California. Parallelamente all’aumento della quota di elettori ispanici, in tutti e cinquanta gli Stati si è verificato un calo nel numero di cittadini bianchi non ispanici iscritti nei registri elettorali, con diminuzioni a doppie cifre in swing States cruciali per le elezioni di quest’anno, come la Florida e l’Arizona.

Il modo in cui questi cambiamenti demografici potrebbero modellare i risultati elettorali è strettamente legato alle distinte preferenze che ciascun gruppo etnico ha tradizionalmente espresso alle urne. In generale, stando ai dati raccolti e analizzati dal Pew Research Center, negli ultimi vent’anni il partito democratico ha mantenuto un ampio vantaggio tra gli elettori neri, ispanici e asiatici. La maggioranza dell’elettorato bianco, invece, ha fatto pendere stabilmente l’ago della bilancia dalla parte dei repubblicani.

Al netto di queste tendenze, tuttavia, non bisogna dimenticare che i singoli gruppi etnici non rappresentano dei blocchi monolitici. All’interno di ciascun gruppo si registra una ricca varietà di opinioni, che spesso cambiano in base al diverso Paese d’origine. Per esempio, un’indagine del Pew Research Center del 2018 sui Latinos ha rilevato che gli elettori ispanici di origine portoricana e messicana sarebbero più propensi ad appoggiare il partito democratico, mentre quelli di origine cubana sarebbero in maggioranza repubblicani. Discorso analogo vale per gli elettori asiatici americani, tra i quali i cittadini di origine vietnamita tenderebbero a identificarsi come repubblicani, mentre quelli di origine indiana come democratici.

Queste differenze possono avere innegabilmente un impatto sulle tendenze di voto all’interno dei singoli Stati. Ovviamente, l’allineamento dei singoli gruppi etnici è solo parte dei fattori che determinano gli schemi di voto all’interno degli Stati, bisogna tenere sempre in considerazione anche i tassi di affluenza alle urne e i dati relativi all’età degli elettori.

Negli ultimi vent’anni, il numero di elettori bianchi è diminuito in tutti e cinquanta gli Stati, con l’unica eccezione del Distretto di Columbia, mentre parallelamente si è assistito a una crescita esponenziale dell’elettorato ispanico e un po’ più moderata ma costante degli elettori asiatici. Questi cambiamenti sono stati particolarmente notevoli in alcuni battleground States di queste elezioni, come la Florida e l’Arizona, e potrebbero avere un impatto non indifferente sui risultati elettorali. Chiaramente, ogni elezione porta con sé un insieme peculiare di circostanze, dall’andamento dell’economia alle personalità dei candidati, che possono influenzare l’esito delle consultazioni. Quest’anno più che mai la pandemia potrebbe avere un ruolo rilevante nel decretare il vincitore. Tuttavia, le tendenze in atto nella composizione etnica dell’elettorato statunitense forniscono indizi molto chiari su come i venti politici potrebbero cambiare nel tempo, gonfiando le vele dei candidati più popolari tra le file degli elettori ispanici.

Gli ultimi report del Pew Research Center

--

--